Da piccolo, avevo a che fare con Mandrake, e mi divertivo. Ora mi accade di avere a che fare con lei, Mandrone. Non se ne abbia a male, se le dico che mi diverto un po’ meno. Ajo, alzi il culo: oggi ho scritto pure io, pensi un po’: potrà ben farlo lei, che è ancora un giovane virgulto.
P.S. Bainzu è davvero un grande. E prima o poi sarà precettato, può ben già cominciare a dirglielo…
Tesoro, non aggiungere smarrimento a questo periodo già sufficientemente destabilizzante.
Scrivi, malinconico o cinico che sia, scrivi.
Ho bisogno anche di leggere cose belle per ritrovare la mia dimensione.
Ti carico di troppa responsabilità?
No dai, in fondo generare un sorriso o un sospiro può essere solo una cosa bella…
Se poi dici che non scrivi perché non hai l’umore capisco e rispetto, ma per fancazzismo no!
Ma itte ses ammacchiandedi? E secondo te, io, cosa dovrei leggere? Cosa dovrebbe spingermi ad alzarmi da quella maledetta scrivania, e guardare oltre le tante, troppe finestre del mio ufficio? Che il cielo sopra il golfo è vasto, Bobbò, l’aria ha mille colori, e il mare a volte è crema, a volte sospiro, a volte veleno, a volte lacrima schiaffo e sputo. Ma senza parole che si fanno vento è tutto immobile, frade. Tutto fermo, come una fotografia. Dentro di noi, prima che fuori. Soffia, Bobbò, soffia…
Alessio.
Io sono sulla media (scarsa) di un post al mese, ormai, e giusto per non far morire il blog, al quale comunque resto affezionato.
Poi, può sempre capitare che qualcosa ispiri, e scrivere magari un post al giorno per una settimana di seguito.
D’altronde lo diceva già qualcuno, tanti anni fa, si scrive quando si può e come si può, quando si ha voglia, senza applausi o fischi…
A bos menzus bidere (e quanto m’è dispiaciuto non poter venire a Macomer due settimane fa, m’ero organizzato per farvi una sorpresa e poi m’ha fregato l’influenza!)
Magari non sono brava a dirlo, magari ho momenti di latitanza, però, ti assicuro, è bello sentire consonanze senza volto e leggere parole d’umana resistenza alla vita, a volte sberleffo, a volte lacrima, a volte grido sottovoce.
ecco.
z.
Ajò bobbò, credi davvero esser fancazzista? Già hai idee! Lévati mandronia, non osare permetterti questi ritardi, sei tu un vero zuzzerellone. [ovvero: ho impiegato un anno a convincermi a postare, se non riprendi a scrivere ti inondo di msg come questo:))]
se proprio volete che riprenda a scrivere, eccovi serviti:
messiè, riprenda a deliziarci con la sua prosa irrinunZiabile e con gli appassionati madrigali
o in caso contrario non rivedrà mai più, qui lo dico e lo ridico, il suo leggio in lega d’iridio e tungsteno
Ben detto signorina, ben detto! Se mi è permesso contribuire, vorrei avvertire il Signor Bobboti che oltre al rischio di non rivedere il fantomatico leggio in iridio e tungsteno, potrebbe correrre quello molto più serio di veder pubblicate delle compromettenti fotografie scattate in quel di Santu Lussurgiu qualche anno fa e recentemente venute in mio possesso…
Alessio.
Ma che peccato!!! Anch’io avevo scoperto da poco il tuo blog ed avevo apprezzato le tue doti di narratore. Speravo che poteste replicare a Casteddu…
Che la primavera ti porti nuove energie…
Doremifasol
ps: Ale’, che foto? A cavallo in sa carrera ‘e innanti? Con la confraternita a cantare il miserere? Davanti a una bistecca di bue rosso? Le voglio vedere.
Ma itte a cavallo!!! Ma itte cunfraria! Molto peggio! Estate 2003. Settembre. Se mi danno il permesso te le mando.
Tu scrivi però. Mì di scrivere oh!
A.
Bobbottino, tesoro.
Ora stai veramente esagerando.
Potrei cercare di prenderti per le buone, dicendo quanto mi mancano le tue parole che respirano così bene, e il provare a leggerle sentendo nelle orecchie la tua voce bellissima, e potrei dirti che ti stai macchiando, in qualche modo, di un peccato gravissimo nei confronti dei tuoi amici sparsi qua e là…
però ho deciso di battere la via della minaccia.
Dal primo aprile per una decina di giorni sarò nell’Isola.
Vengo a stanarti e te ne canto quattro, da buona barbaricina teatrante e marinaia.
Produci qualcosa entro quindici giorni, se no sono affari tuoi.
Oh.
Da piccolo, avevo a che fare con Mandrake, e mi divertivo. Ora mi accade di avere a che fare con lei, Mandrone. Non se ne abbia a male, se le dico che mi diverto un po’ meno. Ajo, alzi il culo: oggi ho scritto pure io, pensi un po’: potrà ben farlo lei, che è ancora un giovane virgulto.
P.S. Bainzu è davvero un grande. E prima o poi sarà precettato, può ben già cominciare a dirglielo…
Tesoro, non aggiungere smarrimento a questo periodo già sufficientemente destabilizzante.
Scrivi, malinconico o cinico che sia, scrivi.
Ho bisogno anche di leggere cose belle per ritrovare la mia dimensione.
Ti carico di troppa responsabilità?
No dai, in fondo generare un sorriso o un sospiro può essere solo una cosa bella…
Se poi dici che non scrivi perché non hai l’umore capisco e rispetto, ma per fancazzismo no!
Sottoscrivo punto per punto il commento di Prendaeoro!
🙂
Ma itte ses ammacchiandedi? E secondo te, io, cosa dovrei leggere? Cosa dovrebbe spingermi ad alzarmi da quella maledetta scrivania, e guardare oltre le tante, troppe finestre del mio ufficio? Che il cielo sopra il golfo è vasto, Bobbò, l’aria ha mille colori, e il mare a volte è crema, a volte sospiro, a volte veleno, a volte lacrima schiaffo e sputo. Ma senza parole che si fanno vento è tutto immobile, frade. Tutto fermo, come una fotografia. Dentro di noi, prima che fuori. Soffia, Bobbò, soffia…
Alessio.
scrivi, cazzone!
Eh, goppai, come ti capisco.
Io sono sulla media (scarsa) di un post al mese, ormai, e giusto per non far morire il blog, al quale comunque resto affezionato.
Poi, può sempre capitare che qualcosa ispiri, e scrivere magari un post al giorno per una settimana di seguito.
D’altronde lo diceva già qualcuno, tanti anni fa, si scrive quando si può e come si può, quando si ha voglia, senza applausi o fischi…
A bos menzus bidere (e quanto m’è dispiaciuto non poter venire a Macomer due settimane fa, m’ero organizzato per farvi una sorpresa e poi m’ha fregato l’influenza!)
Spero sia una idea passeggera.
Io mi affeziono alle voci di blog.
Magari non sono brava a dirlo, magari ho momenti di latitanza, però, ti assicuro, è bello sentire consonanze senza volto e leggere parole d’umana resistenza alla vita, a volte sberleffo, a volte lacrima, a volte grido sottovoce.
ecco.
z.
io sono il più sfigato, su santu chi t’at nasciu… ti ho scoperto oggi.
Ajò bobbò, credi davvero esser fancazzista? Già hai idee! Lévati mandronia, non osare permetterti questi ritardi, sei tu un vero zuzzerellone. [ovvero: ho impiegato un anno a convincermi a postare, se non riprendi a scrivere ti inondo di msg come questo:))]
se proprio volete che riprenda a scrivere, eccovi serviti:
messiè, riprenda a deliziarci con la sua prosa irrinunZiabile e con gli appassionati madrigali
o in caso contrario non rivedrà mai più, qui lo dico e lo ridico, il suo leggio in lega d’iridio e tungsteno
Ben detto signorina, ben detto! Se mi è permesso contribuire, vorrei avvertire il Signor Bobboti che oltre al rischio di non rivedere il fantomatico leggio in iridio e tungsteno, potrebbe correrre quello molto più serio di veder pubblicate delle compromettenti fotografie scattate in quel di Santu Lussurgiu qualche anno fa e recentemente venute in mio possesso…
Alessio.
Resisti.
Ma che peccato!!! Anch’io avevo scoperto da poco il tuo blog ed avevo apprezzato le tue doti di narratore. Speravo che poteste replicare a Casteddu…
Che la primavera ti porti nuove energie…
Doremifasol
Mi dichiaro prigioniero politico!
ps: Ale’, che foto? A cavallo in sa carrera ‘e innanti? Con la confraternita a cantare il miserere? Davanti a una bistecca di bue rosso? Le voglio vedere.
Ma itte a cavallo!!! Ma itte cunfraria! Molto peggio! Estate 2003. Settembre. Se mi danno il permesso te le mando.
Tu scrivi però. Mì di scrivere oh!
A.
“mi’ di scrivere”? mi ribalto!
come puoi resistere a queste richieste, cuor di pietra?
Resisti. Ignora le sirene del presenzialismo.
millomì, a Robisan, il solito snob
carriego
Dòna Costariego, lassài dormiri a su bobboti!
mi unisco al coro ! non lo faccio quasi mai, ma stavolta è doveroso.
Bobbottino, tesoro.
Ora stai veramente esagerando.
Potrei cercare di prenderti per le buone, dicendo quanto mi mancano le tue parole che respirano così bene, e il provare a leggerle sentendo nelle orecchie la tua voce bellissima, e potrei dirti che ti stai macchiando, in qualche modo, di un peccato gravissimo nei confronti dei tuoi amici sparsi qua e là…
però ho deciso di battere la via della minaccia.
Dal primo aprile per una decina di giorni sarò nell’Isola.
Vengo a stanarti e te ne canto quattro, da buona barbaricina teatrante e marinaia.
Produci qualcosa entro quindici giorni, se no sono affari tuoi.
Oh.
Prenda, la tua minaccia è la più intrigante delle promesse.
Ecco, vedi caro Robysan, questa è una tale sirena che buca i tappi di cera.